sabato 31 maggio 2014

POLPETTE DI PANE ED UOVO


Allò !!!

Oggi prepariamo le "POLPETTE DI PANE ED UOVO"


Comincio col dirvi che le polpette di pane nascono originariamente come sostitute delle più "nobili" polpette di carne. Mia nonna Angela mi racconta spesso di come in tempi di guerra (II guerra Mondiale) non fosse sempre facile reperire la carne e che non di rado fosse proibitiva come costi. Di qui l'inventiva delle vecchie matrone che avevano nel loro DNA l'arte del sapersi arrangiare e del non abbattersi mai...per cui reperendo qualche uovo ed un pò di pane raffermo (che ammollavano in poca acqua) realizzavano questa che è per me una prelibatezza nella sua semplicità!! Io le preferisco rispetto alle loro concorrenti!!!

   Ricetta per 4 persone:

  • 3 uova
  • prezzemolo (un mazzettino)
  • 50 g. di formaggio grattugiato
  • pepe q.b.
  • sale q.b.
  • 50 g. di pane grattuggiato
  • 1/2 l. di passata di pomodoro (se le preferite con il sugo)
  • 1 cipolla (se scegliete di farle con il sugo)
  • qualche foglia di basilico (se scegliete di farle con il sugo)
Sbattete le uova con il formaggio grattugiato ed aggiungetevi il pepe, un pizzico di sale, il prezzemolo triturato ed il pan grattato (o se preferite utilizzate del pane raffermo che avrete precedentemente sbriciolato ed ammollato leggermente in un pò di latte). Mescolate ed amalgamate tutti gli ingredienti. Se il composto risulta troppo morbido aggiungetevi dell'altro pan grattato, se al contrario risulta troppo compatto correggete con un filo di latte.
A questo punto potete scegliere due strade:
  1. friggere le polpette in olio d'oliva
  2. "calare" le polpette nel sugo che avrete preparato 
Ovviamente potete anche optare per tutte e due le possibilità; ovvero friggere prima le polpette e poi metterle nel sugo.
Io in genere scelgo la strada "ligth" e le mangio semplicemente con il sugo senza friggerle. A voi la scelta!!!

Per il sugo: prendete una pentola con un pò di olio e fate rosolare la cipolla tagliata finemente. Aggiungete la passata di pomodoro, qualche foglia di basilico, un pizzico di sale ed un pizzico di zucchero (serve per levare l'acidulo che spesso le passate hanno). Lasciate cuocere per 20 minuti a fuoco moderato e dopo calateci le polpette, magari, se non fritte, aiutatevi con un cucchiaio. Lasciate ancora andare la cottura per altri 10 minuti.

BON APPETIT!!!

venerdì 30 maggio 2014

TOTANI RIPIENI ALL'ACQUA PAZZA


Ciao ragazzi,

oggi prepariamo TOTANI RIPIENI ALL'ACQUA PAZZA


  Ricetta per 4 persone:
  • 600 g. di totani
  • una decina di pomodorini
  • un mazzettino di prezzemolo 
  • 3 uova
  • 100 g. di formaggio grattugiato
  • un cucchiaio raso di capperi
  • 4 cucchiai circa di pan grattato
  • pepe q.b
  • olio d'oliva
  • 1 spicchio d'aglio
In un tegame mettete due dita circa d'acqua ed aggiungetevi, non appena bolle, i pomodorini tagliati in quattro parti, la metà del prezzemolo spezzettato grossolanamente e lo spicchio dell'aglio. Lasciate cuocere, coprendo con un coperchio, per 20 minuti a fuoco medio.
Lavate i totani togliendoli la testa e svuotando le sacche, in maniera tale da poterle pulire per bene. Lasciate scolare.


Nel frattempo prendete le uova, apritele, e sbattetele con il formaggio grattugiato. Unite al composto il restante prezzemolo, un pizzico di pepe, i capperi ed il pan grattato. Lavorate per bene in maniera da avere tutti gli ingredienti amalgamati. Riempite quindi i totani chiudendoli con gli stuzzicadenti.


Sollevate il coperchio del tegame ed adagiatevi all'interno le teste dei totani. Lasciate cuocere per circa 5 minuti


A questo punto unite anche i totani ripieni e cuocete per 15 minuti. 
I totani essendo già in genere saporiti non necessitano di aggiunta di sale; comunque assaggiate e valutate voi.
A cottura ultimata aggiungete un filo d'olio d'oliva distribuendolo su tutto il preparato.
E voilà !!!

BON APPETIT !!!

giovedì 29 maggio 2014

"FRANCESINA"


Salve!!!

Oggi parliamo di: FRANCESINA


Come avrete avuto modo di vedere dall'immagine, la Francesina non è altro che una pizza al cui impasto viene aggiunta la patata.
Come mai qui a Bisceglie la chiamiamo Francesina anziché per esempio pizza con la patata?
Bè il motivo reale è  ancora oscuro... Di sicuro alla nostra cittadina piaceva distinguersi, come molti hanno asserito.  Le radici sono profondamente legate alla storia; per esempio Bisceglie si distinse da subito per le concessioni ottenute dai vari governi e di cui non godevano le altre cittadine pugliesi; ha un centro storico differente strutturalmente dagli altri paesi limitrofi; ecc. Per cui può non stupire sotto alcuni aspetti questa voglia di diversificazione.
Ma può anche essere considerata un tributo alla reggenza francese di cui fece parte? In fondo coincise con un periodo florido per la cittadina...Chissà!!

   Ricetta per 6 persone circa (dipende dall'appetito!!)

  • 1 kg. di farina
  • 1 panetto di lievito
  • 200 g. di patate
  • 1 cucchiaio da cucina di sale fino
  • 1/2 bicchiere di olio d'oliva
  • 1/2 l. circa di passata di pomodoro
  • 400 g. di mozzarella
  • origano q.b.
Sbucciate, tagliate a tocchetti le patate e mettetele a bollire in una pentola. Non appena vedrete che si sono lessate (con una forchetta provate ad infilzarne una, se entra agevolmente vuol dire che sono pronte) scolatele senza buttar via del tutto l'acqua di cottura e pestatele in un piatto. 
Versate il composto di patate su una spianatoia (o dove in genere lavorate la farina...va bene anche un tavolo volendo!!!) ed aggiungete la farina. Amalgamate. Formate dunque una specie di "cratere" e versatevi all'interno l'olio, il lievito spezzettato ed il sale. Impastate, aggiungendo man mano un pò dell' acqua di cottura delle patate che avete precedentemente messo da parte (altrimenti, se distrattamente avete buttato via tutto..., prendete un pò di acqua tiepida).
L'impasto deve risultare morbido ed un pò "appiccicoso". A questo punto ungete una o più teglie con dell'olio e sistematevi all'interno l'impasto. Lasciate lievitare per circa due ore.


Dopo averla lasciata riposare, conditela con la passata di pomodoro, con un pizzico di sale, con la mozzarella tagliata grossolanamente, con l'origano ed un filo d'olio. 
Ovviamente potete aggiungervi qualsiasi condimento vi aggrada di più: prosciutto, funghi, salame, ecc
Infornate a 180° per circa 30 minuti.

BON APPETIT !!!!


mercoledì 28 maggio 2014

"PETTO DI POLLO AL SAPORE DI ARANCIA E RETROGUSTO DI CURRY"

Buon pomeriggio !!!

Attendete una nuova ricetta??  Se la risposta è no, smettete di leggere; contrariamente eccola !!!
"PETTO DI POLLO AL SAPORE DI ARANCIA E RETROGUSTO DI CURRY"



   Ricetta per 6 persone:
  • 600 g. di petto di pollo
  • il succo di 2 arance
  • 1 cipolla bianca
  • farina q.b.
  • un cucchiaio raso di curry
  • olio d'oliva q.b.
  • sale q.b.
  • 20 mandorle tostate 
  • vino bianco q.b.
Prendete il petto di pollo e passatelo nella farina su entrambi i lati


nel frattempo sminuzzate la cipolla e riponetela in una padella dove avrete versato un pò d'olio (coprite semplicemente il fondo) ed un "pizzico" di vino bianco. Accendete il fornello a fuoco medio e fate dorare.
Il vino serve unicamente per evitare di soffriggere...
A questo punto adagiatevi il petto di pollo e fate cuocere leggermente, avendo cura di girare le fettine. 
Nel momento in cui vedrete che si stanno cuocendo, saltate, aggiungete il succo d'arancia e spolverate con il curry (aiutatevi con un passino affinché possiate distribuirlo uniformemente).


Lasciate in cottura qualche minuto evitando però di farlo asciugare troppo.
Servite il pollo versandoci su le mandorle tostate che avrete precedentemente triturato in maniera grossolana.



BON APPETIT!!!



martedì 27 maggio 2014

SIVERCHI, ZUCCHINE E PATATE

Buon pomeriggio,

oggi facciamo una ricetta veloce e che farà felici i più attenti alla linea: "SIVERCHI, ZUCCHINE E PATATE"


Comincio con lo spiegare che cosa sono in realtà i siverchi. 
Questa parola facente parte del nostro dialetto indica la pianta della Curcupita Pepo, ovvero del zucchino.
"Siverchio", come si può intuire per somiglianza ed assonanza, riporta al termine italiano "soverchio" ed ovviamente non è un caso. Infatti la motivazione di questo nome è data dalla natura e "dalla funzione" delle piante stesse.
I semi che vengono piantati nelle postarelle variano solitamente da un numero di 4 a 5; quando germogliano però se hanno attecchito tutti quanti è necessario sfoltire levando le piante siverchie, quindi quelle che sono in eccesso e poiché nella cultura contadina non si butta via nulla queste vengo recuperate e cotte.
I siverchi che in cottura hanno un sentore di cetriolo fanno parte in genere della tradizione culinaria del Nord Barese e della provincia di Foggia.


   Ricetta per 4 persone:

  • 1 kg e 500 g. di siverchi
  • 2 zucchine medie
  • 2 patate medie
  • sale q.b.
  • olio d'oliva q.b.
Pulite i siverchi (utilizzerete solo il gambo tenero) pelandoli dai loro filamenti partendo dalla base verso l'alto. Sciacquateli e metteteli a bollire in una pentola a fuoco vivo. Dopo circa 5 minuti, versatevi insieme all'interno le zucchine e le patate (chiaramente sbucciate) tagliate a tocchetti. Fate cuocere per 30 minuti, scolate ed infine condite con olio d'oliva.


Questa è la ricetta più antica, quando non sempre era possibile avere a disposizione la farina per poter fare la pasta.
Nel tempo chiaramente sono state apportate modifiche e rivisitazione a tal piatto. Una tra queste, appunto, prevede l'aggiunta della pasta (va versata nella pentola a metà cottura rispetto alle verdure, quindi dopo una quindicina di minuti) e della ricotta dura come condimento. 

BON APPETIT !!!!




lunedì 26 maggio 2014

PROFUMO DI TOSCANA: RAGU' DI CINGHIALE

Salve amanti della cucina,
oggi vi propongo una ricetta Toscana, la terra che mi ha ospitato per parecchi anni...ovvero:
"RAGU' DI CINGHIALE"


N.B: Avete del tempo e pazienza tali da poter eseguire tale ricetta??
        Se la risposta è no, desistete e passate oltre!!!

La prima cosa fondamentale, per riuscire ad ottene un'ottimo ragù di cinghiale, è il cinghiale stesso. Direte "ovvietà!! "; invece non lo è. Dovete conoscere bene il posto da dove lo comprate, in quanto l'80 % della buona riuscita dipende da come la carne è stata tagliata e frollata prima che voi l'acquistaste.

   Ricetta per 6 persone:

  • 1 kg e 500 g di cinghiale (tagliato già a pezzi)
  • 1 l. e 1/2 di passata di pomodoro (quella densa)
  • 1/2 l. circa di vino rosso (possibilmente un buon vino)
  • 1/2 l. circa di aceto di vino bianco
  • 2 carote
  • 1 cipolla
  • 1 sedano
  • una decina circa di olive in salamoia
                                                                           
  • una decina di rametti di rosmarino
  • due manciate di bacche di ginepro 
  • 2 cucchiai di olio d'oliva
  • sale q.b.
  • un pò di foglie di salvia

Pronti?? Si parte !!!

Prendete i pezzi del cinghiale e riponeteli in un recipiente capiente; coprite la carne con pari quantità di aceto ed acqua (utilizzate per regolarvi dei bicchieri). Fatto ciò lasciate riposare per circa un'ora e mezza.
Passato tale tempo, sciacquate in maniera accurata la carne e lasciatela scolare.
A questo punto, riponete nuovamente il cinghiale nel recipiente (ovviamente se utilizzate lo stesso, abbiatelo prima svuotato e lavato) e ricopritelo questa volta con vino rosso ed acqua (sempre nelle stesse proporzioni); aggiungete il rosmarino spezzettato grossolanamente, le foglie della salvia ed una manciata di bacche di ginepro. Lasciate marinare per due ore.



Dopo le due ore, sciacquate nuovamente la carne e svuotate il recipiente; riempitelo di nuovo nella stessa maniera e lasciate riposare ancora mezz'ora.
Nel frattempo triturate le carote, il sedano e la cipolla che riporrete, insieme ai due cucchiai d'olio, in una pentola capiente. Perfetta sarebbe quella di coccio

ma non disperate se non ne possedete una...
Prendete quindi la carne, che avrete perfettamente sciacquato e lasciato scolare per qualche minuto, e mettetela nella pentola con gli altri ingredienti; versatevi un mezzo bicchiere d'acqua e cuocete a fuoco medio per circa 40 minuti. Abbiate cura di girare la carne di tanto in tanto.
A questo punto versate le olive e rigirate per 5 minuti; quindi versate la passata di pomodoro e salate.
Fate cuocere a fuoco medio finché non vedete che bolle leggermente, dopodiché abbassate un pò la fiamma e lasciate in cottura per circa 2 ore. Ovviamente dovete continuare ogni tanto a girare la carne ed il sugo.

Una volta pronto potrete o mangiare semplicemente il cinghiale o, opzione suggerita, condire con il sugo un'ottimo piatto di pasta. La tipologia? Meglio le pappardelle!!!

BON APPETIT !!!!



venerdì 23 maggio 2014

"PARMIGIANA DI MELANZANE"


Ciaooooooo amici!!!
Oggi prepariamo la  "PARMIGIANA DI MELANZANE"




    Ricetta per 4 persone:
  • 1 melanzana grande (600 g.)
  • 2 uova
  • farina q.b.
  • 50 g. di parmigiano grattugiato
  • 200 g. di mozzarella
  • 1/2 l. di passata di pomodoro
  • 80 g. di mortadella
  • olio 
  • sale q.b. 
Lavate, sbucciate e tagliate le melanzane a fettine spesse  1/2 cm. Tenetele quindi per circa 1 ora "sotto peso" (ovvero riponetele in uno scolapasta,salandole, in maniera tale da poter far fluire l'acqua che perderanno; su poneteci una qualsiasi cosa che riesca a pressarle).
A questo punto impanate ogni fettina prima con la farina e poi con le uova precedentemente sbattute con 2 cucchiai di parmigiano grattugiato. Una volta pronte friggetele ed adagiatele successivamente su carta assorbente.



Prendete una teglia e versatevi un pò di passata. Quindi cominciate a coprire con le melanzane, con la mortadella affettata sottilmente, con la mozzarella anch'essa tagliata a fettine, con una spolverata di formaggio ed infine con la passata. Ripetete il procedimento fino ad esaurimento degli ingredienti; ovviamente otterrete più strati.

BON APPETIT!!


giovedì 22 maggio 2014

" TORTINI DAL CUORE TENERO"

BUON POMERIGGIO!!!

Data l'ora e per addolcirci un pò, oggi facciamo i "TORTINI DAL CUORE TENERO"
o se preferite "soufflè al cioccolato fondente"


Partiamo dall'ingrediente principale: il cioccolato
Chiamato "Theobroma", ovvero "frutto degli dei" (di qui deriva il nome dato alla sostanza principale di cui è composto il cacao: la teobromina) era sacro agli aztechi che lo associavano alla dea della fertilità Xochiquetzal (non è quindi un caso che sia ritenuto afrodisiaco?).
Viene introdotto in Spagna e di qui in tutta Europa dal conquistatore Hernàn Cortès, dopo che questi lo assaggiò alla corte dell'imperatore Montezuma.
Il suo valore simbolico nei riti di corteggiamento amoroso era tale che le donne di corte lo bevessero di nascosto.


   Ricetta per 4 persone:

  • 3 uova 
  • 100 g. di zucchero
  • 40 g. di farina
  • 130 g. di burro
  • 130 g. di cioccolato fondente
Montate le uova per bene e aggiungetevi successivamente lo zucchero che amalgamerete. 

N.B. Spesso mi chiedono come faccia a far "riuscire" i soufflè. Bene, il segreto sta proprio nella prima fase. Prendetevi tutto il tempo ma lavorate e montate bene le uova!! Se fate questo vedrete che durante la lavorazione e l'aggiunta dei vari ingredienti, cominceranno a formarsi nel composto delle piccole bolle...

Sempre continuando a sbattere gli ingredienti unite la farina lentamente.
Sciogliete a bagnomaria il burro ed il cioccolato tagliati a pezzetti; quindi lasciate raffreddare.
A questo punto unite il cioccolato sciolto con il composto precedentemente lavorato e mescolate il tutto (il colore deve essere uniforme).
Imburrate degli stampini da forno (il numero dei quali dipende dalla loro grandezza) e versateci l'impasto facendo attenzione di lasciare circa un 1/2 cm dal bordo. Infornate a 200° per circa 10 minuti. I bordi dei tortini devono risultare ben cotti mentre la parte centrale deve essere ancora morbida.
Se vi aggrada potete spolverarli con un pò di zucchero a velo.

Variante della ricetta, per chi adora i nuovi sapori, è l'aggiunta all'interno del composto di un cucchiaino da caffè di zenzero!!

BON APPETIT!!!

 


"Love Bugs 3 patate riso e cozze"







"PATATE, RISO E COZZE"

GOOD NIGHT !!!!

Oggi vi propongo l'emblema di tutta la cucina tradizionale Barese: "PATATE,RISO E COZZE"



    Ricetta per 6 persone:
  • 300 g. di riso (quello che non scuoce)
  • 1 kg e 200 g. di cozze
  • 600 g. di patate
  • 300 g. di pomodorini
  • 2 cipolle
  • un ciuffetto di basilico
  • un mazzettino di prezzemolo
  • pepe q.b.
  • sale q.b.
  • un cucchiaio da cucina circa di romano grattugiato
  • pan grattato q.b.
  • olio d'oliva

Ungere una teglia da cucina con un pò d'olio d'oliva e spargervi sul fondo una cipolla tagliata a rondelle sottili, metà dei pomodorini spezzettati grossolanamente, parte del prezzemolo e del basilico sminuzzato. A questo punto adagiatevi su la metà delle patate tagliate a fette spesse di circa 1/2 cm ed una prima metà di porzione di riso. 
Lavate, pulite per bene le cozze ed apritele; le parti contenenti il frutto le andrete a riporre sul vostro composto.
Quindi ricoprite il tutto con il restante riso, con la seconda cipolla (sempre tagliata sottilmente), con il prezzemolo unito al basilico e con i restanti pomodorini; salate, pepate ed aggiungete un pò d'olio.
Infine stendete le le ultime  fette di patata e spolverate con il romano grattugiato; versate su tutto una quantità d'acqua tale da raggiungere l'orlo della teglia.
Ponete il tegame sul fornello e lasciate bollire per qualche minuto a fiamma viva, dopodiché infornate a 180° per 20 minuti. 
Sfornate ed aggiungete del pan grattato, del pepe ed un filo d'olio; quindi rinfornate per altri 15 minuti circa (le patate devono risultare dorate).




BON APPETIT!!

P.S. Mi raccomando la ricetta è PATATE RISO E COZZE, proprio per la sequenza degli ingredienti!!!
Memorabile è nella spiegazione dell'essenza di questa pietanza Emilio Solfrizi in "Love Bugs"....

lunedì 19 maggio 2014

SPAGHETTI ALLA SAN GIUANNIN


BUENAS TARDES !!!

Cari "visitatori" stasera vi descriverò un piatto tipicamente Biscegliese: "SPAGHETTI ALLA SAN GIUANNIN"




Permettetemi prima di dirvi che dopo varie consultazioni con gli anziani del paese non sono riuscita a risalire all'origine del nome del piatto. Perchè S. Giuannin??
Vero è che, se riconducibile alla figura di S. Giovanni Battista, a Tal Santo sono dedicati stranamente diverse pietanze e soprattutto lo si festeggia il 24 Giugno ovvero il giorno del solstizio d'estate. Virgilio nelle "Bucoliche" rievoca, sempre nello stesso giorno, gli antichi sacrifici che venivano fatti in onore proprio della dea delle messi Cerere.
Per le popolazioni contadine (quindi anche per la città di Bisceglie) questo giorno dava infatti inizio alla mietitura per cui un piatto veloce e tipico della stagione (le piante dei pomodori iniziavano a dare i  frutti) era quello più opportuno.
Se si aggiunge inoltre che l'aglio (ingrediente indispensabile della ricetta) era adottato anticamente come antidoto contro gli spiriti, che si narra vagassero nella nella notte prima della festa di S. Giovanni - "Notte delle Streghe", e che venisse mangiato come porta fortuna  e ricchezza, forse l'enigma è svelato...


    Ricetta per 6 persone:

  • 600 g. di pomodorini ciliegino
  • 3/4 spicchi d'aglio (dipende dalla loro grandezza)
  • 1/2 peperoncini (de gustibus...)
  • 3 abbondanti cucchiai di olio d'oliva
  • sale q.b.
  • 500 g. di spaghetti
Ponete in una teglia l'olio con gli spicchi di aglio precedentemente tagliuzzati, il peperoncino e fate rosolare. Dopo aver tagliato grossolanamente i pomodorini (sarebbe più opportuno dividerli in 4 pezzi) uniteli nella teglia, salate e coprite con un coperchio.
Cuocete il tutto finchè i pomodori non risulteranno "appassiti"



A questo punto unite gli spaghetti che avrete cotto nel mentre e scolato al dente.
Fate saltare per qualche minuto avendo cura di amalgamare la pasta con il condimento.

In realtà, a parte questa che è la ricetta base, ci sono delle correnti che aggiungono a fine cottura (a mò di formaggio)  la "mollica sfritta" (ovvero: prendete un mezzo cucchiaio d'olio,copriteci il fondo di una teglia e ponete all'interno 3 cucchiai di pan grattato. Fate cuocere a fuoco moderato per qualche minuto; il pane si deve semplicemente dorare) od alcuni filetti di sarde marinate. Scegliete voi come più vi alletta!!

BON APPETIT !!!





sabato 17 maggio 2014

CENNI STORICI: "BISCEGLIE"

Buon sabato!!!

Salve amici, andando avanti con il mio "progetto" mi sono resa conto di avervi parlato della mia cittadina senza in realtà avervi dato nessun cenno storico della stessa.
Vi chiederete: "ma non è un blog di cucina?". 
Vero, ma qui viene fuori la mia anima archivista e come tale amante della storia perchè senza conoscere il proprio passato non si hanno le basi per un giusto futuro.
Quindi trattandosi di "cucina casalinga Biscegliese" un tributo mi sembra dovuto e scavando tra le note del mio vecchio lavoro di "indicizzazione dell'archivio comunale" vi do alcuni cenni...
Ovviamente se la cosa vi annoia, passate alla prossima ricetta!!!


Attraversato dalla via Traiana il territorio di Bisceglie (aspro e denso di piante, non dominato da alcun colle e protetto da due lame,chiamato dai contadini Vescègghie per le querce che vegetano intorno) incorporato nel Regno di Napoli dal normanno Roberto il Guiscardo, viene munito nel 1042 di cinta murarie. A guardia di queste viene eretta la "Torre Maestra" (chiamata non a caso anche Torre Normanna)  che da subito assolve non solo al compito di vedetta ma anche a quello di guida per le barche in alto mare. 




Con la concessione della prima autonomia amministrativa e giudiziaria da parte dei Normanni, il potere viene subito riunito nelle mani del vescovo, risiedente nell’Episcopio e ben presto anche sede del nascente Comune. E’ in questo periodo che viene istituito lo stemma distintivo della cittadina rappresentante una quercia.
Nonostante ogni tentativo di autonomia venga meno con Ruggiero il normanno, i commerci locali vengono incentivati con una politica doganale d’ampio respiro testimoniata da una carta marinara, risalente al 1211 e rimasta in vigore fino al 1500, in cui è attestato un accordo tra Bisceglie e Ragusa.
Nel 1266 con la discesa in Italia di Carlo d’Angiò, Bisceglie diventa feudo francese retta dai conti di Brunfort. La cittadina si mostrerà da subito leale agli Angioini che proprio per premiarla di questa fedeltà decoreranno lo stemma comunale con una quercia d’oro in campo rosso con l’aggiunta dell’epiteto “fedelissima” voluta direttamente dal re Carlo II.

Tra le famiglie che maggiormente si distinguono in questo periodo per prestigio ed onorificenze sono i Falconi, la più antica e nobile famiglia biscegliese. Sostenitori accesi degli Angioini i Falconi annoverano tra i membri della propria famiglia diplomatici, giudici, militari e prelati.

Chiesa di S. Margherita, sepoltura di alcuni membri della famiglia dei Falconi

Nell’anno 1324 Bisceglie rientra nel governo della famiglia francese dei Del Balzo, imparentatasi più tardi con gli Orsini. Nel 1326 passa sotto la giurisdizione del principe di Taranto, Roberto d’Angiò nipote del re Carlo D’Angiò.
Dopo una lunga contesa al trono tra Luigi D'Angio e Carlo III di Durazzo, il 13 Settembre del 1384 il Durazzo fa breccia nelle mura e penetra in Bisceglie cacciando i francesi e compiendo stragi; due Falconi, sostenitori del d’Angiò vengono impiccati. Le truppe angioine non si danno per vinte e riconquistano la città ma ritenendola colpevole di tradimento massacrano i suoi cittadini nonostante la contrarietà del re. Il 21 Settembre dello stesso anno, Luigi d’Angiò muore per le gravi ferite riportate in combattimento. Le sue spoglie vengono sepolte in Bisceglie nella chiesetta di S. Ludovico su cui successivamente sorgerà la chiesa denominata appunto S. Luigi.




Dal 1414 il feudo passa alla regina Giovanna II, la quale concede in questi anni al paese il primo privilegio. Bisceglie acquisisce la facoltà di armare galee nel proprio arsenale e di essere esentata dal pagamento delle forti tasse dovute.
Nel 1442 approfittando della decadenza angioina, Alfonso V d’Aragona conquista il Regno e dà vita ad un lungo governo.
In Bisceglie il conte Del Balzo Orsini, dopo una lunga resistenza trova un accordo con re Ferdinando d’Aragona e successivamente grazie alla sua fedeltà ottiene che la città possa godere dei privilegi concessigli in passato. Tra questi: il possesso della Bagliva (il corpo di polizia campestre) e dei dazi, l’elezione dei pubblici ufficiali e l’esenzione di metà degli oneri fiscali. Intorno al 1475 il Re dona al comune il “largo del Palazzuolo”, dove il Conte fa costruire un convento per i frati minori Osservanti della chiesa di S. Lorenzo. 



Nel 1485, il figlio del Conte, Pirro, crea, per sanare i contrasti tra Comune e vescovo, due mastromercati, stabilendo le norme per la divisione delle entrate.
Con la morte dell’ultimo Del Balzo, il feudo, ricostituito in marchesato, viene affidato a Francesco e poi a Federico, figli del Re. Nella città vige un clima di relativa democrazia garantita dalla raggiunta autonomia municipale. E’ di questi anni la costruzione di una cinta di mura moderne, volute non solo per la incombente minaccia turca ma anche contro lo strapotere della nobiltà feudataria.


A fine ‘400 la città di Bisceglie si trova di colpo al centro della notorietà delle cronache: viene annunciato il matrimonio tra Lucrezia Borgia, figlia del papa Alessandro VI ed Alfonso d’Aragona, nipote del re di Napoli. Ad Alfonso viene data in dote Bisceglie che unita a Corato, diventa Ducato.
Questo è il palazzo, sito nel centro storico del paese, che doveva ospitare Lucrezia Borgia.
A tutt'oggi ci sono due correnti di pensiero: una relativa all'effettiva visita della "Duchessa", l'altra negativista.
Di certo c'è solo il grande amore che la donna provò per Alfonso
La città attese invano gli onori che tale unione potesse portargli, infatti la prematura morte del Duca la ricolloca ben presto al centro di rappresaglie e nuove lotte di potere. Francia e Spagna si contendono l’ottima posizione strategica. Consalvo de Cordova, famoso comandante spagnolo, occupa infine la città ma su energica richiesta del papa Alessandro e dietro ordine del Re di Spagna la consegna nelle mani del Duchino Rodrigo, figlio di Lucrezia ed Alfonso. Con la morte di quest’ultimo e dopo 14 anni di Ducato, la città torna nelle mani della Corona.
Nel 1513 il re riconferma ai cittadini biscegliesi gli antichi privilegi, riservando a sé la giurisdizione del Capitano sul Castello e sulla guarnigione, la giurisdizione del Mastro Portulano e la facoltà di creare gli uffici portuali. L’Università, così come più propriamente si chiama il Comune, gode anche nel periodo spagnolo di una relativa autonomia. Viene sancito che Bisceglie sia “città franca e immune da ogni onere, rapporto e servizio feudale”.
Intorno al 1532 dopo varie vicissitudini ed il tentativo del Vicerè, principe d’Orange, di calpestare vecchi e confermati accordi nel tentativo di vendere al migliore offerente Bisceglie, Carlo V appone il suo autografo al decreto che dichiara l’Università città demaniale con diritto inalienabile. Rimossa la corona ducale e comitale dallo stemma cittadino, fu sostituita con la corona regia color oro.
Nel anno 1532 Bisceglie conta 831 gruppi familiari (“fuochi”).
Le leggi comunali subiscono nel tempo diverse modifiche condizionate dai vari eventi esterni e dalle problematiche interne. I membri del consiglio vengono ridotti da 36 a 20 e nel 1559 gli Statuti detti del Villanova, lasciano in carica la metà dei consiglieri facendo alternare gli altri. Nel 1569 il commissario regio don Giovanni Martinez de Quadros consegna nelle mani del sindaco Paolo Tanza il nuovo ordinamento comunale (destinato a durare fino al 1806) concretizzatosi nei Capitoli municipali (o Matricole).
Nel 1595 l’Università conta 1683 fuochi.
Dall’inizio del secolo XVIII la città di Bisceglie viene governata da un Consiglio che risulta composto da eletti scelti dai parlamentari, ovvero da esponenti delle famiglie appartenenti alla nobiltà o alla borghesia aristocratica elencate su di un apposito Albo. Le famiglie, oscillanti tra le 60 e le 70 e in diminuzione verso la fine del secolo XVIII, vengono convocate tramite “banno” affisso in pubblica piazza. L’Assemblea generale, preposta alla formazione del Consiglio, si riunisce nel Palazzo Pretoriale alla presenza del Regio Governatore. I rappresentanti inviati dalle famiglie, circa 30, sono tenuti a nominare il sindaco, il tesoriere, il mastromercato (assessore di piazza), i camerlenghi (segretari) ed i consiglieri. Le cariche risultano tutte annuali e non rinnovabili eccetto per il notaio (mastro d’atti) di nomina regia; questi ha anche il compito di esattore. Le elezioni avvengono sempre con la stessa procedura: si nominano 4 sindaci risultati i preferiti dai membri e tra questi si elegge colui che ottiene la maggioranza dei voti. La stessa prassi viene eseguita per la selezione dei 2 camerlenghi. Successivamente si procede all’elezione delle restanti cariche: 6 eletti, 1 cancelliere, 2 deputati della salute, 2 deputati della cappella di S. Maria di Passavia, 2 deputati della cappella di S. Rocco, 2 razionali del governo e 2 razionali dei conti della cappella di S. Maria di Passavia. Dal 1759 si aggiungono altre cariche: 1 avvocato dei poveri, 1 procuratore dei poveri, 2 deputati della bagliva, 2 o 4 deputati del suolo, 2 o 4 razionali dei conti dell’annona e 1 deputato del porto. Dal 1765 fino al 1779 accanto alle antiche famiglie aristocratiche ed all’alta borghesia si trova inserita nell’Albo anche una “Nota delle persone aggregate”.
Per una corretta funzionalità il Comune si avvale di enti, detti Corpi urbani: la Catapanìa (finalizzata alla tutela dell’ordine pubblico), la Bagliva ed il corpo delle fiere (preposto alla disciplina dei diritti ed all’amministrazione della giustizia durante le fiere).
 Nel 1734, dopo un ventennio di governo Austriaco, nel Regno di Napoli si insediano i Borboni che governeranno quasi ininterrottamente (escludendo la parentesi francese) fino al 1860.
Il decennio di reggenza francese, dal 1805 al 1815, con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, introdusse importanti riforme, tra cui l’istituzione del Decurionato.Nel 1806 infatti, aboliti i Capitoli municipali (l’ultimo documento inserito nei Registri delle conclusioni Parlamentari presenti nell’archivio storico di Bisceglie è datato 8 Aprile 1806) viene istituito il Decurionato che resterà in vigore fino al 1861. Con l’istituzione del Decurionato decade l’Albo parlamentare ed i membri, non più di 30, vengono sorteggiati tra i cittadini di età non inferiore ai 21 anni e con una rendita minima di 96 ducati. I 2/3 di questi non sanno né leggere, né scrivere (vengono indicati come i “crocesegnati”).
Intorno al XVIII ed al XIX secolo tra le famiglie più influenti e protagoniste della vita pubblica biscegliese troviamo: Ammazzalorsa, Tupputi, Ciani, Curtopassi, Logoluso, Maffione, Monterisi, Nigri, Frisari, Bufis, Schinosa, Veneziani, Berarducci.
A seguito della soppressione del convento dei Domenicani, avvenuta nel 1809 ad opera dei francesi, nell’edificio si trasferiscono gli uffici pubblici, collocati fino a quel momento nell’antico Palazzo dell’Università. Nella nuova locazione trasferiscono il municipio, l’Ufficio di Conciliazione ed il domicilio del Giudice, la Ricevitoria del Registro e bollo, la Caserma della Gendarmeria, le scuole primarie e le carceri.
Per la prima volta, inoltre, viene istituito all’interno del Comune il servizio di anagrafe e di stato civile. Risale al 1810 il primo “Stato Nominativo di tutti gli individui che dal decurionato sono creduti capaci di poter pagare la Personale, ricavato dal reclamo collettivo fatto dall’esattore Antonio Veneziani”.
Nel 1861, a seguito del completamento dell’unità nazionale, viene estesa anche alle regioni meridionali la legge del 23 ottobre 1859 che dava un nuovo assetto alle amministrazioni provinciali e comunali del Regno. In ogni Comune viene istituito un Consiglio comunale, con una Giunta municipale composta da un sindaco ed un numero variabile di assessori effettivi e supplenti in funzione del numero di abitanti del Comune.
Primo sindaco della città di Bisceglie è Giuseppe Monterisi, di professione avvocato, eletto nel 1862.


venerdì 16 maggio 2014

"POLPETTONE IN CROSTA"

Buona sera ragazzi!!!
Ancora purtroppo la pioggia...finirà donandoci finalmente il sole??
Oggi ho deciso di preparare il "POLPETTONE IN CROSTA"



















    Ricetta per 6 persone:

  • 500 g. di macinato misto
  • 100 g. di mortadella (possibilmente quella con il pistacchio) tagliata a fettine sottili
  • 150 g. di scamorza
  • 4/5 funghi champignon
  • pepe q.b.
  • sale q.b
  • un rametto di prezzemolo
  • un pò di rosmarino triturato
  • 2 uova
  • 2 cucchiai da cucina di formaggio grattugiato
  • 2/3 cucchiai da cucina di pan grattato
  • 250 ml di latte
  • un rotolo di pasta sfoglia
  • carta da forno

Prendete un recipiente e sbattette al suo interno le uova con il formaggio; appena avete ottenuto una specie di emulsione prendete la carne macinata e amalgamatela con il composto. Aggiungete quindi il prezzemolo tagliuzzato,il rosmarino, il pepe, un pò di sale ed il pan grattato (ottimo sarebbe quello ottenuto con del pane raffermo che già possedete in casa...non si butta via nulla!!!). A questo punto versate il latte e lavorate il tutto.
Il risultato deve essere un "impasto morbido" e lavorabile; se risulta un pò troppo compatto (o asciutto) aggiungete un'altro pò di latte ed al contrario qualora sia troppo umido correggete con del pan grattato.
Prendete la carta da forno tagliata a rettangolo e adagiatevi la carne, quindi stendetela con le mani.
Una volta stesa poneteci su le fette di mortadella (deve ricoprire tutto il "foglio" di carne), la scamorza tagliata anch'essa a fette non troppo spesse ed infine i funghi.
Aiutandovi con la carta da forno, arrotolate la carne ed il suo ripieno. Il risultato deve essere questo:


Quindi avvolgete il polpettone nella stessa carta da forno ed infornate a 200° per circa 15 minuti.
Passato il tempo stabilito tiratelo fuori dal forno e fatelo raffreddare leggermente. Levate quindi la carta da forno e adagiate il polpettone sulla pasta sfoglia precedentemente stesa ed avvolgetelo. Praticate dei tagli sulla pasta sfoglia

ed infornate nuovamente alla stessa temperatura ed ancora per un quarto d'ora circa. Sfornate insomma quando si è dorato.




Per stasera è tutto, un bacio e

BON APPETIT !!







giovedì 15 maggio 2014

"CARCIOFI A CIAMBOTTO"

Come promesso eccomi qui!!!
Non ho dimenticato la "sfida" che sarebbe dovuta partire ieri...purtroppo nonostante io sia stata di parola nel cominciare a preparare la prima ricetta del blog nel giorno prestabilito, sono stata impossibilitata dal caricare un video (essendo alle prime armi e per cui un pò "impedita")!!!
Questo è ciò che avevo preparato:
In questa giornata uggiosa e lontana dalla primavera a cui noi gente "mediterranea" siamo abituati, ho deciso di tentare di disquisire di   CARCIOFI


Il Cynara Cardunculus (nome scientifico del carciofo) è una pianta molto nota ed utilizzata per le sue proprietà organolettiche sin dall'antichità. Viene infatti citata sia nel "De re rustica" di Terenzio Varrone (composto nel 37 a.C.) sia dal medico di Pergamo Galeno (vissuto tra il 130-200 d.C.), il quale la fa entrare ufficialmente nelle sue opere di medicina e di farmacopea.
La cultivar, o più semplicemente "razza", presente nel territorio Pugliese è il cosiddetto VIOLETTO; il cui nome è dato dalla sua colorazione violacea.
E' possibile trovare questo ricchissimo alimento nel periodo di Ottobre/Novembre ed Aprile/Maggio.
Nelle nostre terre è d'uso comune mangiare anche i germogli laterali soprannumerari della suddetta pianta, chiamati comunemente ed erroneamente "Musci o Cardoni" - in Italiano "Gobbi o Carducci".

Come prima ricetta ho scelto, in onore del nome del Blog, i "Carciofi a Ciambotto".
E' una ricetta trasmessami da mia nonna Angela che vi faccio conoscere:






Quindi ricapitolando... Ricetta per 4 persone:

  • 6 carciofi
  • 10 pomodorini "cigliegino" o "datterino"
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 limone
  • prezzemolo q.b.
  • 1 cucchiaio circa d'olio d'oliva
  • sale q.b.
Dopo aver pulito i carciofi di tutte le "spine", così come insegna la mia nonnina, bisogna tagliarli a spicchi e riporli in un recipiente con acqua e succo di limone; questo ne evita l'ossigenazione ovvero l'imbrunimento dell'alimento. Lasciarli quindi in ammollo per una decina di minuti.
In una pentola far dorare lo spicchio d' aglio con un cucchiaio circa di olio d'oliva e quindi aggiungervi  i pomodorini, precedentemente tagliati grossolanamente,ed il prezzemolo.
Salarli e lasciarli leggermente appassire a fuoco moderato.
A questo punto scolare i carciofi ed unirli, nella pentola, al resto del condimento; farli quindi saltare per qualche minuto a fuoco vivo. 
Abbassare la fiamma,aggiungerci un mezzo bicchiere d'acqua e lasciar cuocere con un coperchio per circa una mezz'oretta.
Per capire se la cottura è ultimata i carciofi devono risultare "morbidi"; per cui se l'acqua si consuma e vi rendete conto che non sono ancora ben cotti aggiungervi ulteriormente un pò d'acqua.

I Carciofi a Ciambotto vengono tradizionalmente utilizzati come condimento per un'ottima pasta ma nulla vieta di mangiarli come più vi aggrada. Unico suggerimento l'aggiunta di un pò di peperoncino od olio piccante.

BON APPETIT !!










martedì 13 maggio 2014

P.S. Bisceglie è una ridente cittadina attualmente in provincia di Barletta-Andria-Trani; dico attualmente in quanto fino alla nascita delle nuove provincie rientrava nella giurisdizione di Bari ove le tradizione sono vicinissime.
Ecco, mi piacerebbe fare qualcosa del genere...
Cucinerò, pubblicherò e commenterò un piatto ogni giorno a partire da domani 14 Maggio 2014; o almeno spero!! L'impresa vale la spesa??? Dai ci si lancia!!


L'idea è quella di un Blog che tratti di ricette in primis Biscegliesi ed ovviamente si allarghi successivamente a tutta la tradizione culinaria Pugliese. Ogni tanto so già mi scapperà qualche intrusione magari Toscana (dove ho vissuto per 11 anni) e forse anche Ligure...
Le ricette, i video, le foto saranno tutte di piatti che vorrei preparare ogni giorno.
Avete presente il film " Julie & Jiulia" con Maryl Streep ?

MI PRESENTO

Innanzitutto mi presento:
persona di sesso femminile di 35 (quasi 36) anni, laureata e come la maggior parte dei ragazzi Italiani attualmente "disoccupata"...ma poi...vi siete mai chiesti  perchè utilizziamo questo termine??
Io sinceramente non mi ritengo inoccupata, ho sempre mille cose da fare e nuovi interessi da coltivare; piuttosto mi definirei "momentaneamente non assunta da alcuna azienda".
Ebbene si, rientro nel grande "calderone".
Dopo aver studiato a Pisa e qui lavorato nel settore commerciale per diverse aziende nazionali e dopo essermi spostata in Liguria per far parte del gruppo del "settore fieristico" della Camera di Commercio di La Spezia, sono rientrata nella mia grande terra: la Puglia.
Anche qui occasioni di lavoro, benchè se ne dica, non sono mancate e non spaventandomi dei cambiamenti, essendo di natura curiosa e dinamica, mi sono sempre "lanciata"  in nuove amene esperienze; non ultimo ho ricoperto il ruolo di assistente di produzione per il film "Nomi e Cognomi" prodotto dalla Draka Production srl.
Essendomi dunque ritrovata momentaneamente incondizionata dagli orari ovvi di lavoro/ufficio ne ho approfittato per fare qualcosa che da sempre resta il filo conduttore di ogni mio spostamento o esperienza: la passione per la cucina...

venerdì 9 maggio 2014

PRESENTAZIONE: NASCITA DEL MIO BLOG

Ecco già vi immagino...vi siete collegati su questa pagina un pò per caso, un pò per curiosità e forse la maggior parte di voi per mio esplicito suggerito... chiedo venia!!
Ovviamente il vostro principale pensiero sarà: "Nooo, un'altro blog di cucina!!! che barba!!!". 
In effetti non vi do tutti i torti, forse anch'io avrei la stessa reazione ma questa mia voglia di scrivere di cucina arricchita da informazioni sui vari prodotti utilizzati e condita da aneddoti di vita quotidiana è rimasta latente per troppo tempo per cui ora vi tocca, così come i penitenti nel Purgatorio Dantesco, reggere questo pesante macigno sulla schiena...